La figura del Console affonda le sue radici in tempi molto antichi, rendendo interessante tracciarne le origini. Se dal punto di vista del termine “Console” la mente viene riportata ai tempi della Repubblica nell’antica Roma, il ruolo consolare nella funzione che conosciamo oggi è ancora più antico. Difatti, le città Stato dell’antica Grecia davano mandato ad alcuni cittadini (detti pròsseni) di proteggere i viaggiatori stranieri giunti nella città Stato del pròsseno, di fornire loro informazioni e facilitarne i contatti.
I Consoli onorari nel mondo contemporaneo, proprio come i pròsseni, pur essendo in larga maggioranza cittadini dello Stato accreditatario si occupano di assistere e, se del caso, tutelare i cittadini dello Stato accreditante nella circoscrizione di competenza all’interno dello Stato accreditatario medesimo, che resta pur sempre il loro Stato nazionale.
Col trascorrere dei secoli la figura consolare ha subito una graduale evoluzione, caratterizzandosi, in particolare, per l’intrinseca natura commerciale ed economica. Nello specifico, il ruolo del Console si è rivelato sempre più centrale nell’ampliamento delle relazioni commerciali (come lo dimostra l’importanza dei corpi consolari genovesi e veneziani tra il XII ed il XV secolo), legittimandosi reciprocamente.
La Convenzione di Vienna sulle relazioni consolari del 1963 ha formalizzato sul piano del diritto internazionale e codificato le regole consuetudinarie che nel corso dei secoli hanno disciplinato, sul piano della prassi, l’istituto e le funzioni del Console, sia di carriera che onorario.